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SPORTS NOW NEWS

SPORTS NOW NEWS

TORINO - Cade di nuovo la Juve, per la quarta volta in trasferta: 2-1 al Franchi di Firenze sotto i colpi croati di Kalinic e Badelj. Un sussulto di Higuain e un assalto finale con cinque attaccanti in campo che non dà i frutti sperati. Male Dybala che si mangia il gol del possibile 2-2, male dietro, male in mezzo dove Marchisio è un fantasma e Pjanic resta in panchina per tutta la partita. Allegri rispolvera il 3-5-2 ma non trova un muro nella BBC (e neppure in Buffon, rientrante) e poi sì, qualche episodio sfavorevole, come il fallo su Alex Sandro nell´azione del primo gol e un paio reclamati per fallo di mano. Ma la squadra di Paulo Sousa vince con merito, perché ci crede, perché va più volte davanti a Buffon e perché ha preparato meglio il match. Allegri deve riflettere sulle scelte e sulle motivazioni dei suoi: se non si gioca con il coltello fra i denti, soprattutto fuori casa, si può perdere. Nonostante il ko, la Juve resta davanti alla Roma e ha ancora una partita da recuperare contro il Crotone, ma questo non è lo spirito giusto per avvicinarsi alla Champions e alla sfida con il Porto. Tocca a Marotta, sul mercato, cercare alcune soluzioni.

PJANIC IN PANCA - Allegri ritrova la BBC (centesimo match insieme per i tre) in difesa e di conseguenza il 3-5-2: Barzagli, Bonucci e Chiellini per fermare gli ardori viola e lascia Pjanic in panchina per Cuadrado. Paulo Sousa, ex che sogna in bianconero, si affida ai suoi talenti Bernardeschi, Chiesa e Kalinic. Franchi pieno e solito clima "ostile" per la Vecchia Signora, nella partita più sentita dell´anno.

KALINIC LA SBLOCCA - Il primo spunto di Higuain, killer all´andata, è al 4´, ma in posizione di fuorigioco. La partita è dura sin dall´avvio, con tackle spietati in mezzo al campo e botte assortite. Buffon?. Chiamato in causa da Vecino, respinge prontamente. Le due gare saltate non l´hanno arrugginito. Ancora l´uruguaiano semina il panico tra i bianconeri dopo azione di Kalinic, ma il tiro in percussione è sull´esterno. Attacca la Fiorentina, sulle ali dell´entusiasmo e sospinta dal pubblico: bel match, applausi e ritmo sostenuto. La Juve soffre un po´ il pressing viola. E Vecino sembra indiavolato, e ispirato. Bravo Buffon in anticipo di piede: insomma, i campioni d´Italia in sofferenza. Higuain, beccato ancora in fuorigioco, si infuria. Dybala si fa vedere su palla da fermo e la Juve restituisce i brividi: tiro di Alex Sandro, tornato dopo l´infortunio in Supercoppa, centrale. Allegri urla perché a centrocampo i contrasti vengono vinti dai viola: vuole più cattiveria dai suoi. E difatti Storari si prende un giallo per un contrasto duro su Bernardeschi. Ammonito anche Vecino a testimonianza dell´agonismo spinto in campo. Stessa sorte per Chiellini. Non bello il match intorno alla mezzora, troppo spezzettato, troppi falli, pochi passaggi illuminanti. Al 36´ Kalinic chiede rigore per un mani, poi al 37´ segna il gol che sblocca la partita su assist di Bernardeschi viziato da fallo per gioco pericolo su Alex Sandro. Buffon battuto, e un po´ sorpreso. Meritato vantaggio per i viola di Paulo Sousa. Al 45´ Higuain chiede rigore su mani in area dopo tiro, ma Olivera prende di coscia. E´ la più grande occasione della Juventus in questo primo tempo.

BADELJ E HIGUAIN, BOTTI - Si ricomincia e la Juve deve cercare il pareggio, giocando più alta. E intanto si scalda Pjanic. Buffon ancora deciso su Bernardeschi, dopo una volata di Olivera. Non è facile trovare spazi per i bianconeri e per di più la Viola va vicino al raddoppio ancora con Kalinic: il capitano si immola sul centravanti croato. Il 2-0 arriva con Chiesa al 9´ su un lancio di Badelj e in anticipo su Alex Sandro. Non chiara la deviazione, ma Buffon comunque è di nuovo battuto. Forse il gol è dello stesso Badelj... Per il diciannovenne figlio d´arte che ha appena allungato il contratto sino al 2021, comunque, una gioia scatenante, stile ultrà: comunque, il suo gesto dice "non l´ho toccata". E il Franchi impazzisce. Ora Allegri deve cambiare qualcosa. Intanto, il Pipita la riapre subito al 13´ con l´aiuto di Sturaro. Higuain spietato ne approfitta. Per l´argentino gol numero 13 in campionato. La Juve passa al 4-4-2 con due esterni che alzandosi lo trasformano in 4-2-4 con l´ingresso di Pjaca per Sturaro al 16´. Adesso i bianconeri tengono il possesso palla e spingono con insistenza alla ricerca del pareggio. La Fiorentina risponde a modo e Chiesa è una spina nel fianco e viene fermato in malomodo. Al 26´ lo portano fuori in barella, poi rientra, quindi nulla di grave, solo un po´ di pretattica poco sportiva. Cristoforo per Bernardeschi al 31´. Buffon è costretto a uscire di piede su un disimpegno azzardato: non la migliore Juve. E´ il momento di Rincon per uno spento Marchisio al 32´. Pjaca entra in area e chiede il rigore per tocco di mano di Gonzalo da distanza ravvicinata. Mandzukic per Barzagli al 34´: tutti dentro per la rimonta. La mischia è paurosa, Higuain di testa e di piede, ma non va. Esce Chiesa, dentro Tello. Giallo per Alex Sandro che ferma Cristoforo con un´entrata al limite. Tello va al tiro, in curva. La Juve riparte di getto, Allegri da bordocampo spinge la squadra. E´ assedio. C´è spazio per Ilicic che sostituisce Borja Valero. La Fiorentina cerca di far passare i minuti, i bianconeri accelerano per rimediare. Giallo per Bonucci che entra su Kalinic. Al 44´ da Mandzukic a Dybala che entra ma davanti a Tatarusanu tira alle stelle. Grandissima occasione per il 2-2 sprecata malamente. Cartellino per gomitata di Kalinic a Cuadrado: rischia l´espulsione. Sei minuti di recupero e lo stadio non apprezza... Allegri è una furia, chiede alla squadra di allargare il gioco. Ilicic si invola su Buffon, ma sbaglia e si porta la palla sul fondo: malo lo sloveno, perlomeno sciupone. E le emozioni continuano. Dybala, non in grande serata, si prende un giallo. E finisce con i viola in trionfo. Per la Juve è la quarta sconfitta. Per l´ex Premier Renzi, in tribuna, il tripudio del tifoso. Per Kalinic, altro che Cina: Firenze lo ama.

LE FORMAZIONI INIZIALI
Fiorentina (4-2-3-1): Tatarusanu; Sanchez, Gonzalo, Astori, Olivera; Badelj, Vecino; Chiesa, B.Valero, Bernardeschi; Kalinic. All. P.Sousa
Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Khedira, Marchisio, Sturaro, A. Sandro; Dybala, Higuain. All. Allegri

Fonte: tuttosport.com



Impresa del Siviglia che batte 2-1 in rimonta il Real Madrid al Ramon Sanchez Pizjuan e riapre la Liga: le merengues restano in testa ma ora sono solo a +1 sulla squadra di Sampaoli e a +2 sul Barcellona. Colpito al 67´ da Cristiano Ronaldo, a segno su rigore, il Siviglia ribalta tutto nel finale: autorete di Sergio Ramos all´85´ e prodezza di Jovetic al 92´. Il Real interrompe così a 40 la striscia di partite consecutive senza sconfitte.
Le due squadre si ritrovano di fronte tre giorni dopo lo spettacolare 3-3 nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa del Re: giovedì sera era stato il Real a rimontare lo svantaggio nei minuti finali, stavolta è il Siviglia a fare festa in extremis. Dopo un primo tempo piuttosto bloccato, con Ronaldo che al 40´ si divora l´1-0 sparando a lato un assist d´oro di Benzema, le merengues sbloccano il risultato al 65´: Carvajal approfitta di un errore di Escudero ed entra in area a tutta velocità, Rico lo stende ed è rigore. Dagli undici metri CR7 non sbaglia e timbra il gol stagionale numero 12 in Liga. La partita sembra indirizzata ma all´85´ il Siviglia trova un regalo inatteso: punizione dalla destra di Sarabia e Sergio Ramos, nel tentativo di anticipare Ben Yedder, trafigge Navas di testa firmando una clamorosa autorete. Il Real sbanda e al 92´ il Ramon Sanchez Pizjuan esplode di gioia: Jovetic, entrato al 69´ al posto di Vazquez, avanza indisturbato sulla trequarti e, arrivato ai venti metri, lascia partire un destro a giro che sorprende Navas. Per il montenegrino ex Inter seconda presenza con la maglia del Siviglia e seconda rete. E´ il gol che piega il Real Madrid e spezza la sua imbattibilità ed è soprattutto il gol che riapre la Liga anche se le merengues, rispetto alle inseguitrici, hanno giocato una partita in meno.

Nelle altre gare di giornata boccata d´ossigeno per il Valencia che riassapora il gusto della vittoria dopo tre mesi di astinenza battendo 2-1 l´Espanyol al Mestalla: segnano l´ex interista Montoya e Santi Mina, agli ospiti non basta una rete firmata nel finale da David Lopez (ex Napoli). Sorride il Celta Vigo che piega di misura l´Alaves (in dieci dal 46´ per l´espulsione di Feddal): decide Radoja all´89´.

Torna al successo anche l´Eibar che si impone 3-2 a Gijon contro lo Sporting. Primo tempo scoppiettante: Carmona risponde a un rigore di Adrian, poi Leon e Luna portano la squadra di Mendilibar sul 3-1. Nella ripresa lo Sporting accorcia con Cases ma non riesce a completare la rimonta incassando così la quarta sconfitta di fila. In coda finisce 1-1 Granada-Osasuna, sfida delicatissima tra la penultima e ultima in classifica, ed è un pari che serve poco a entrambe: ospiti in vantaggio al 12´ con Riera, il Granada pareggia con Kravets al 69´ e resta in nove per le espulsioni di Agbo (73´) e Ponce (95´).

Fonte: sportmediaset.mediaset.it




"L´ Associazione Club Genoani, rimborserà il costo del biglietto ai tifosi che erano presenti a Cagliari, unici e veri protagonisti della trasferta in terra sarda, che dopo essersi sobbarcati ore e ore di viaggio e relativi costi, hanno dovuto essere testimoni dello scempio che si è visto in campo". Lo hanno deciso i vertici dell´Acg al termine della sconfitta per 4-1 col Cagliari. "Siamo rammaricati per quello che si è visto sul campo, sicuramente non in linea con le speranze e le aspettative dei nostri club associati - ha spiegato il direttivo -. Quello che abbiamo visto non ci è piaciuto per niente e non solo per il risultato finale, non vogliamo incolpare nessuno in maniera preventiva, sennò poi finisce che qualcuno si offende e fa dichiarazioni farneticanti come in passato, ma vogliamo esprimere il nostro dissenso su come si sta procedendo in questo periodo. Noi facciamo i tifosi, ce lo siamo ripromesso questa estate, la società faccia la società".

Fonte: ansa.it



"Quello che farò non è uno spettacolo, è un racconto di quello che Maradona ha dentro, che era nella testa di ogni tifoso del Napoli. Questo non credo l´abbia mai pensato un altro giocatore". Sorride emozionato Diego Armando Maradona, felpa e capellino in testa, nella breve conferenza stampa di presentazione di ´Tre volte Dieci live´, lo show che domani lo vedrà protagonista sul palco del teatro San Carlo di Napoli, diretto da Alessandro Siani, una produzione Best Live che in primavera sarà trasmessa in esclusiva da Nove, la rete generalista di Discovery . "Racconterò tutto quello che ho nel mio cuore, non lascerò nulla per me - promette Maradona - Io so che i napoletani capiranno tutto quello che dirò".

A distanza di trent´anni dal primo scudetto degli azzurri, con il sindaco Luigi de Magistris che lo ha già invitato per festeggiare l´anniversario di quel 10 maggio 1987, Maradona si sente ancora napoletano. "Mi continua a sorprendere, ci sono ragazzini che non mi hanno mai visto ma che si commuovono e piangono per fare una foto con me. Dopo trenta anni continua lo stesso amore, è come la prima donna", confessa. "Vorrei ringraziare Siani che ha creduto in me, perché dire ´Maradona al San Carlo´ era ´ma quando mai´. Il teatro più bello del mondo senza alcun dubbio lo abbiamo noi napoletani. Gli altri saranno buoni, belli ma non hanno il San Carlo", risponde alle polemiche che hanno accompagno il suo esordio sul blasonato palco del teatro partenopeo.

"Venire al San Carlo è soprattutto la possibilità di abbracciare i napoletani e su questo Diego non si tira mai indietro, che sia un teatro, lo stadio San Paolo o una viuzza", assicura Siani. "Ieri qui fuori l´hotel Vesuvio ho visto scene che non dimenticherò mai, ho visto bambini di dieci undici anni con le lacrime agli occhi - racconta - e ho detto a Diego che quelle sono lacrime che non si asciugano, si passano di generazione in generazione". Per l´artista, che è anche autore dello spettacolo, "Napoli è una città che aveva rassegnazione negli occhi ma nel 1984 Diego è riuscito a cambiare lo spirito di questa città, ci ha dato la forza di dire ´si può vincere´".

Lo ricorda anche Maradona: "Noi continuiamo ad avere l´illusione dello scudetto perché un giorno io ho detto a un presidente che Napoli si meritava una squadra per vincere lo scudetto". Un discorso ambientato al passato, che ha anche il sapore del futuro. Ieri sera Diego ha incontrato il patron del Napoli, Aurelio de Laurentiis: "Prima devo risolvere i problemi miei in Italia e poi potrò lavorare per il Napoli in Italia e nel mondo. Io vorrei una squadra vincente, che possa giocare a tu per tu con la Juve, il Milan e la Roma. Oggi il presidente è un esperto di calcio", ha detto ai microfoni di Sky Sport.

Ma è il ricordo dei tempi con addosso la maglia azzurra ad occupare la scena in questa venuta a Napoli, a tre anni dalla precedente, che è davvero un tuffo nel passato: "Io venivo dal Barcellona, potevamo vincere, pareggiare, perdere. Ma quando sono arrivato a Napoli ho detto ´qui non posso perdere, qui devo vincere´. Un giorno giocavamo Napoli-Cremonese, una partita in cui non ci si giocava nulla, c´erano 80mila persone: ho capito che dovevamo fare una squadra per vincere lo scudetto. E quella stessa sera mi sono detto ´Se non gioco per lo scudetto non gioco più´, mi sarei vergognato ad avere 80mila persone per non vincere. Per quello abbiamo fatto uno squadrone con cui andavano a Milano a vincere, a Torino gliene facevamo cinque, a Roma andavamo alla grande", ride.

Poi ricorda con orgoglio lo sconfinato amore dei napoletani: "Per me era una cosa strana, io davo la palla ai miei compagni facevo assist, loro facevano gol, crossavo dietro la davo al mio compagno e faceva gol. Per la gente era diverso, all´84-85simo la gente cantava ´vulimm´ o gol e Maradò´. La gente voleva il mio gol". I gol, quelli della stagione ´86-´87, domani saranno proiettati sul palco del San Carlo. Dove, oltre a Diego, saliranno anche Peppe Lanzetta, Maurizio de Giovanni, il magistrato Catello Maresca, il rapper Clementino, Lina Sastri che canterà Napul´è, Gianni Minà, vecchi compagni di squadra, lo storico massaggiatore del Napoli Carmando . Della squadra attuale sono attesi in platea Lorenzo Insigne e Pepe Reina, oltre a De Laurentiis. "Vorrei che questo spettacolo fosse il via per i festeggiamenti dei trent´anni dello scudetto - confessa Siani - sogno una cosa in grande stile, come il Super Bowl. Naturalmente al San Paolo".

Fonte: lapresse.it




TORINO - Domanda diretta, risposta diretta. Boniek, vede i bianconeri competitivi anche per vincere la Champions? "No. Devono ancora crescere e aumentare il livello di competitività, pur se può sempre succedere di tutto. Se devo esprimere una risposta secca dico di no". L´ha detto il presidente della federcalcio polacca ed ex attaccante di Juventus e Roma sulle frequenze di Radio Onda Libera.

SU FIORENTINA-JUVENTUS - "Ho visto la partita. Il Franchi è sempre un campo difficile per la Juve. Mi è piaciuto Chiesa che non conoscevo: è più veloce del padre che era forte. Un lieve calo c´è, ma i bianconeri restano i più forti del campionato e conservano un margine di 4 punti se vincono a Crotone".

Fonte: tuttosport.com



Ramon Rodríguez Verdejo, detto Monchi, si avvicina alla Roma. Potrebbe essere lui, oggi direttore sportivo del Siviglia, a prendere l´eredità di Walter Sabatini come futuro uomo mercato del club giallorosso. Una conferma indiretta arriva oggi dalle parole del presidente del club andaliso, José Castro Carmona, che ha parlato ai microfoni di Cadena Ser.

«Non si può obbligare qualcuno a restare dove non vuole stare», ha detto Castro che ha parlato subito dopo la vittoria del Siviglia sul Real che proietta la squadra allenata da Jorge Sampaoli al secondo posto nella Liga.
Le parole di Monchi

PIEDI PER TERRA - «Siamo molto contenti ma dobbiamo tenere i piedi per terra - ha aggiunto - la Liga non è per noi, ma di Real Madrid e Barcellona. Noi siamo realisti e il nostro obiettivo è quello di qualificarci per la Champions League», ha concluso.

Fonte: corrieredellosport.it

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